Nella giornata di ieri (sabato 3 marzo 2018), molte Colleghe e Colleghi mi hanno contattato al fine di segnalare anomalie a seguito di depositi telematici più volte tentati; in particolare, effettuato l’inoltro del deposito, dopo aver riscontrato la ricezione della prima PEC (ricevuta di accettazione) e della seconda PEC (ricevuta di consegna), la ricezione della terza PEC (esti dei controlli automatici) riportava errore nel deposito, segnalato con “NOTIFICA ECCEZIONE” e con messaggio dal seguente contenuto:
Tale errore, normalmente, dovrebbe riscontrarsi solo ove la PEC del mittente del deposito non sia ancora presente (censita) nel REGINDE motivo per il quale, il sistema, provvede automaticamente a scartare (cestinare) il deposito che, quindi, non giungerà nella cancelleria telematica di destinazione.
Tale disfunzione invece, si è verificata ieri (sabato) a causa (molto probabilmente) di un malfunzionamento del REGINDE (registro indirizzi elettronici gestito dal ministero della giustizia) il quale ha impedito (o resa difficoltosa) la sua consultazione non solo ai soggetti abilitati ma anche al sistema creato per effettuare i controlli automatici che, a seguito di una “busta” inviata, prima di farla transitare e consentirne il suo deposito nella cancelleria telematica, verifica se l’indirizzo PEC del mittente sia presente o meno nel REGINDE e ciò per evitare che i depositi telematici vengano inviati da PEC non censite nel REGINDE in violazione delle regole e specifiche tecniche del PCT.
Ora, il malfunzionamento creatosi, potrebbe non essere preoccupante per le Colleghe e i Colleghi considerando che, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 155 c.p.c., posto che i giorni festivi si computano nel termine, se il giorno di scadenza è festivo, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno seguente non festivo quindi, nel caso di specie, lunedì 5 marzo;
ciò premesso, ove la disfunzione si fosse verificata (o in futuro si verificasse) nel corso della settimana, coloro che, facendo affidamento sul deposito telematico dell’atto in scadenza, abbiano tentato (o tentino) nel giorno di scadenza il deposito non riuscendo a completare lo stesso a causa dell’errore sopra segnalato, avrebbero sicuramente avuto diritto, a seguito di istanza (con allegazione delle ricevute di accettazione, consegna ed esiti controllo automatici al fine di dare la prova dell’aver tentato il deposito), ad essere rimessi nei termini posto che, il deposito non era andato a buon fine per colpa non imputabile al depositante.
Sarebbe stato doveroso comunque, da parte del Ministero, segnalare la disfunzione/anomalia verificatasi sul portale dei servizi telematici del ministero della giustizia che però, ad oggi, nulla riferisce del problema.
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