D: “Hai predisposto il registro dei trattamenti?”
R: “Sì certo, non ho avuto particolari difficoltà; su internet si trovano, facilmente, alcun facsimile… basta scaricarli, confrontarli, adattarli alla meno peggio al tipo di attività e il gioco è fatto! In fin dei conti, facevo così anche per il documento programmatico sulla sicurezza, fino a quando era prevista la sua obbligatorietà. Tanto, i controlli non ci saranno e, se ci saranno, perché dovrebbero controllare proprio me e, anche se dovessero venire da me, non avrei comunque problemi: ho l’informativa, il registro dei trattamenti ed ho fatto aggiornare antivirus e firewall al portatile che porto sempre con me, per cui non ho neanche bisogno di fare il backup; ho sentito ad un convegno che non ho bisogno di altro per essere in regola con il GDPR”.
Sono consapevole del fatto che pochi crederanno che il dialogo sopra trascritto sia effettivamente intercorso tra chi scrive e una persona (professionista? Imprenditore?) del quale, ovviamente, non posso fare il nome, ma chi, come me, si occupa di protezione dei dati in maniera consapevole e professionale, credo abbia modo di identificarsi nel mio stato d’animo e di provare, da una parte, la stessa sensazione di stupore da me percepita e, dall’altra, di giungere alla medesima conclusione…
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