PEC…cato che non funzioni (il PCT)

PEC…cato che non funzioni (il PCT).

Il giorno 5 dicembre c.a. avevo portato all’attenzione dei lettori,  il comunicato con cui l’Ordine degli Avvocati di Vicenza aveva segnalato gravi disfunzioni nell’utilizzo del PCT.

In pratica, a causa di problemi interni, il gestore centrale del Ministero non era in grado di inviare le comunicazioni telematiche con il nuovo sistema PEC!

Speravo che il problema riguardasse solo il Tribunale in questione ma… purtroppo, così non è.

Questa mattina, un mio caro collega di Venezia, mi segnalava simile disfunzione anche nel suo Foro.

A  questo punto, curioso, inserivo in “Google” la seguente chiave di ricerca: processo telematico interruzione.

Il risultato mi ha portato a rilevare le stesse problematiche riscontrate da Vicenza e Venezia anche nei seguenti Tribunali (cliccando sulla città avrete la possibilità di leggere il comunicato segnalante la disfunzione e/o interruzione del PCT):

MILANO

BRESCIA

VERONA

PADOVA

CREMONA

LECCO

La questione comincia ad essere preoccupante soprattutto se si consideri che, dal 19 novembre 2011, i problemi nell’utilizzo del POLISWEB e del PCT invece di diminuire, crescono a dismisura.

Inoltre sono certo che le medesime criticità sono presenti in tantissimi altri fori e che, mano a mano, verranno rese note.

Il Ministero della Giustizia, sulla pagina dedicata al PCT, però nulla dice se non di alcune disfunzioni relative alla consultazione del POLISWEB.

Mancanza di trasparenza o impossibilità di comunicare quali e quanti e per quanto tempo continueranno le disfunzioni?

A mio avviso sia l’una che l’altra, per cui anche sotto tale aspetto il giudizio non può che essere negativo!

Ero stato buon profeta quando, segnalando alcune disfunzioni riscontrare nella fase di invio da parte degli Ordini del documento di censimento, avevo osservato e rilevato la criticità di un sistema (quello ministeriale voluto a tutti i costi da DGSIA) sollecitato da appena 85 PEC inviate dagli Ordini (a cui devono aggiungersene 6 inviate da enti) ed alle quali DGSIA non era riuscito a dare immediato e sicuro riscontro!

Alla fine della citata segnalazione mi chiedevo: saranno pronti i Tribunali a gestire l’ingente flusso di comunicazioni (in entrata e in uscita) tramite la PEC senza incorrere negli stessi o simili o altri inconvenienti tecnici accusati da DGSIA?

 La risposta, naturalmente, era negativa!

Purtroppo, non sono stato smentito!

Tali disfunzioni, naturalmente, solo sono a danno dell’avvocatura la quale rischia di perdere tutte le notifiche telematiche (biglietti di cancelleria) nei Tribunali ove tale attività avviene con valore legale e conseguente eliminazione della notifica cartacea diretta.

Non credo di dover aggiungere altro ma il disagio è e sarà enorme e sicuramente saranno molti i colleghi penalizzati i quali dovranno far ricorso all’unico rimedio legale possibile in situazioni del genere e da me anticipato nell’articolo del 22 settembre 2011.

Qualcuno (DGSIA) ha avuto troppa fretta … e la fretta, è noto, è sempre cosa negativa.

Ero stato già, in tempi non sospetti, critico per il passaggio dalla CPECPT alla PEC ma, sinceramente, la situazione attuale (che a mio avviso ancora non tocca il fondo) è sicuramente peggiore di qualsiasi ipotesi negativa!

Non mi meraviglierei che, dinanzi ad ulteriori blocchi del sistema o comunque ad altre anomalie e disfunzioni qualcuno (approfittando sia del cambio di guardia in DGSIA sia del fatto che colui che ha voluto a tutti i costi la PEC non è più al Governo) decida di tornare al passato nel tentativo di dare un futuro meno “critico” al PCT!

 Teramo 10 dicembre 2011

Avv. Maurizio Reale

         

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